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Per non dimenticare...


MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO: IL BINARIO 21

I ragazzi delle classi 3A e 3B il giorno 07/02/2024 sono andati in visita al Binario 21 a Milano. Con loro, oltre agli insegnanti, c'era anche la Dirigente e anch'io e Alice Pezzoli, in qualità di Sindaca e Vicesindaca della scuola. 


La Dirigente ha voluto farci questo dono per ringraziarci del nostro impegno nella Scuola e sul territorio. Noi siamo stati felici e grati alla Dirigente per averci fatto questo dono. La visita al Binario 21 ci ha regalato riflessioni profonde, insegnandoci molte cose che abbiamo potuto condividere, al rientro, con i nostri compagni di classe.



Cos’è il Binario 21? E’ un museo particolare situato sotto la stazione di Milano Centrale, definito anche binario 21; ed è un luogo che fa tristemente parte del nostro passato. Non è il luogo da cui ebbe inizio l’orrore della Shoah a Milano, nato con lo scopo di «...realizzare un luogo di memoria e un luogo di dialogo e incontro tra religioni, etnie e culture diverse...». É da qui, dal Binario 21, che centinaia di ebrei e deportati politici venivano caricati su vagoni bestiame diretti ai campi di Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen a partire dal 6 gennaio 1943.


Per raggiungere il binario è sufficiente, una volta usciti dalla stazione, costeggiare piazza Luigi di Savoia e raggiungere, un marchingegno ideato per il sistema postale. La sua posizione nascosta, al di sotto del manto stradale, permetteva all’esercito di eseguire nella maniera più discreta possibile i trasporti e le partenze. I prigionieri venivano obbligati a salire su un carro che, grazie a un ascensore montavagoni, li portava al binario all’aria aperta. Lì, una volta agganciati al carro locomotore, i vagoni potevano partire.



Dopo l’armistizio firmato nel settembre 1943 dal Regno d’Italia con gli alleati angloamericani, i tedeschi avevano occupato l’Italia settentrionale con la collaborazione dei fascisti, scegliendo l’Hotel Regina come loro quartier generale nella città di Milano: da lì coordinavano l’attuazione della “soluzione finale” della questione ebraica nei territori italiani controllati dalla coalizione nazifascista. Il provvedimento, che consisteva nell’annientamento più rapido possibile di tutti gli ebrei che si trovassero nei confini delle zone occupate e dello stato tedesco, era stato disposto dal governo nazista nel 1943, quando era stato costretto a prendere atto della possibilità concreta di una sconfitta su tutti i fronti. Nello stesso anno il Binario 21, fino ad allora utilizzato dai treni del servizio postale, fu convertito nella stazione di partenza dei perseguitati religiosi e politici chiusi nel carcere cittadino di San Vittore. Il comando nazista locale, agli ordini del Capitano della Gestapo (la polizia segreta nazista) Theodor Saevecke, a cui sottostavano anche le bande fasciste della città, definì varie destinazioni per i prigionieri, applicando spesso la divisione tra ebrei e non ebrei: per i carri che trasportavano esclusivamente prigionieri ebrei la meta era sempre Auschwitz, o comunque un altro campo di sterminio; ma a volte l’itinerario prevedeva delle tappe intermedie presso uno dei tre campi di transito italiani prescelti, ossia quelli di Bolzano, Verona e Fossoli in Emilia (quest’ultimo era anche una meta finale per altri treni, perché fungeva a sua volta da campo di concentramento). Per gli altri deportati, l’arrivo più frequentemente scelto dagli occupanti era il campo di concentramento di Mathausen in Austria, e secondariamente quelli di Fossoli e Bergen-Belsen in Germania.




Per via della segretezza e della portata delle operazioni, non è stato possibile ricostruire il numero preciso dei deportati che partirono dal Binario 21. Sappiamo che di tutti i viaggi che si susseguirono fino alla Liberazione nel 1945, il più impressionante e disumano fu quello che lasciò la stazione il 30 gennaio 1944, quando la soluzione finale era a pieno regime. Nei vagoni vennero stipati 605 cittadini italiani di famiglia ebrea. Il giorno stesso in cui raggiunsero il lager di Auschwitz-Birkenau, 477 di loro vennero uccisi nelle camere a gas. Gli altri 128 vennero immessi nel campo di concentramento. Di questi sopravvissero 14 uomini e 8 donne. Tra loro c’era anche Liliana Segre, che il 19 gennaio 2018, in occasione del settantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali, è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Mattarella. 

Alla fine la guida ci ha presentato diversi giusti tra le nazioni come Giorgio Perlasca e alcuni sopravvissuti tra cui Liliana Segre, le sorelle Bucci (Andra e Tatiana)...




Cosa si può vedere all’esterno? l'artista AleXsandro Palombo aveva ritratto la famiglia Simpson deportata nei campi di concentramento nazisti per raccontare il prima e il dopo la deportazione, una riflessione profonda sull'orrore dell'olocausto e un ricordo a custodire la memoria.


Ginevra Avogadri

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